I nudge? Sono ovunque! Ecco perché viviamo un mondo di Spinte gentili
Irene Ivoi racconta a (some)Good Ideas virtù e potere della teoria dei nudge
Roma, Milano, Arezzo, Parma, Riccione. Sono solo alcune delle città italiane che hanno installato dei totem contabici. Si tratta di semplici dispositivi che visualizzano e rendono pubblici i dati dei transiti delle due ruote in un preciso luogo, principalmente lungo le piste ciclabili urbane. Molte di queste colonnine riportano messaggi sull’efficacia della mobilità sostenibile e sono state ideate per spronare i cittadini a spostamenti consapevoli. Ecco, questo è un banale esempio di nudge o Spinta Gentile e ci imbattiamo in loro tutti i giorni. Più spesso di quanto possiamo immaginare. Del resto, il mondo è pieno di estimatori di caratura della teoria del nudge, primo fra tutti Barack Obama, che durante la sua presidenza creò un’ apposita unità.
Il nudge è teorizzato nel libro La spinta gentile di Richard H. Thaler e Cass Sunstein e viene definito come “ogni aspetto nell’architettura delle scelte che altera il comportamento delle persone in modo prevedibile senza proibire la scelta di altre opzioni e senza cambiare in maniera significativa i loro incentivi economici”.
Insomma, i nudge “sono dei veri e propri suggerimenti comportamentali a cui diventa difficile resistere”: questa è la narrazione presentata da Irene Ivoi nel maggio 2022 alla rivista Mosaico di Pace. Industrial designer, consulente, Irene Ivoi progetta da anni strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.
È lei la seconda testimonianza di (some)Good Ideas, la rubrica targata GoodCom che dà voce a storie di vita e di sostenibilità, con una vison tutta al femminile sul futuro Green del Mondo.
Irene Ivoi ci porta alla “scoperta” del nudge, una teoria che in realtà “è presente spessissimo nella nostra vita, tanto che ne siamo circondati – ha ammesso Irene Ivoi a GoodCom -. Anche una segnaletica stradale è un nudge, perché un semaforo arancione ci spinge gentilmente e senza obblighi a fermarci o ad affrettarci per lasciare libero l’incrocio. Non riesco ad immaginare una mobilità fatti di soli semafori rossi o verdi”.
I nudge, ha argomentato Irene Ivoi con GoodCom, nascono proprio per generare dei cambiamenti di comportamento tesi al beneficio o al benessere individuale e collettivo. Ma la teoria su cui si basano i nudge va anche oltre perché tocca tante declinazioni del marketing.
Questi temi sono ampiamente portati in primo piano da Irene Ivoi nel corso dell’intervista che stiamo per presentarvi, con Ivoi che ha ammesso come i nudge siano però poco diffusi in Italia. “È cioè vero che chi si occupa di organizzare, pensare ed eseguire politiche di tipo pubblico usi meno i nudge rispetto a quanto succeda in altri Paesi d’Europa e nel Mondo – le sue parole -. Ma questo avviene per non conoscenza di teorie che affondano le proprie radici già negli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso”. Quindi è utile fare divulgazione in tale verso, “anche semplice e poco tecnica”, per formare sulle potenzialità di uno strumento utile. “Anche le pubbliche amministrazioni – il ragionamento – potrebbero disporre delle risorse interne necessarie ad usare delle spinge gentili tutte le volte che devono mettere in atto delle iniziative”.
Quindi, come si fa un nudge e che senso ha? Esiste un nudge “cattivo”? Questo e altro ancora, con spunti nel processo creativo, nel corso dell’intervista di Irene Ivoi a (some)Good Ideas.