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Il Test di Bechdel, Alien e Gender gap

Nel 1985 la fumettista Alison Bechdel disegna una vignetta intitolata ‘The Rule’. Nel fumetto, una ragazza dice all’amica che si rifiuta di vedere qualsiasi film che non rispetti questi tre requisiti:

1. Almeno due personaggi femminili

2. Che parlino tra di loro

3. Di qualcosa che non siano uomini

Alla fine, le ragazze rinunciano al cinema, concludendo che l’ultima pellicola a passare il test sia stata Alien, perché le due donne che compaiono nel film parlano tra loro del mostro.

Il Test di Bechdel

La limitata applicazione del test di Bechdel nel valutare la rappresentazione femminile nei film.

Benché le tre condizioni previste dal test di Bechdel possano all’apparenza sembrare piuttosto facili da soddisfare, sono ben pochi i film che nei fatti le rispettano. Il test non misura la qualità della pellicola e non è corretto dire che se un film supera il test, è necessariamente femminista e se non lo passa è per forza sessista.
Quello che il test di Bechdel intende misurare è semplicemente la presenza di personaggi femminili rilevanti, che non dipendano esclusivamente dal loro rapporto con gli uomini, e dunque non siano raffigurati semplicemente in funzione delle figure maschili.

Campaign Bechdel: la campagna per tracciare gli stereotipi di genere nelle pubblicità.

Cinema e Advertising hanno molte cose in comune, soprattutto le tecniche narrative. Per questo motivo, nel 2017 nasce Campaign Bechdel, che ha lo scopo di tracciare e misurare gli stereotipi di genere nelle pubblicità. Secondo l’ideatrice Sarah Vincenzini, direttrice creativa di M&C Saatchi Melbourne, sono le donne a prendere l’80% delle decisioni di acquisto, e quindi ci si aspetterebbe che i brand si sforzassero di rappresentarle in modo degno. Eppure, sono ancora tantissime le pubblicità che propongono contenuti esclusivamente da e per lo sguardo maschile.

Il Test adattato all’advertising modifica i requisiti originali cosicché per superarlo, una pubblicità deve includere:

1. Almeno un personaggio femminile che non sia una donna-oggetto

2. Il cui ruolo non sia limitato a supportare l’arco narrativo dell’uomo

3. Che abbia capacità decisionale autonoma

I dati infatti rivelano una situazione allarmante nel mondo dell’advertising:
È quattro volte più probabile che le donne abbiamo un ruolo in cui non parlano rispetto agli uomini;
È tre volte più probabile che le donne siano rappresentate come consumatrici anziché figure autoritarie rispetto agli uomini;
È tre volte e mezzo più probabile che le donne siano rappresentate in un ambiente domestico anziché al lavoro rispetto agli uomini;
Le donne sono associate a prodotti casalinghi, come quelli relativi alla cura della persona o della casa il doppio delle volte rispetto agli uomini.

Perchè il campaign Bechdel Test è importante per l’Advertising?

Le pubblicità che rappresentano le donne in modo realistico vendono di più: secondo l’americana Association of National Advertisers parliamo di un incremento complessivo del 26% in generale e del 45% tra le donne.

Prendere in considerazione il Campaign Bechdel test genera consapevolezza rispetto alla disparità di genere nei media.

La pubblicità è uno specchio della società. Così come la pubblicità riflette l’immagine della società che la produce, la società è a sua volta influenzata dalla pubblicità. 

Goodcom si impegna nella sostenibilità a 360° e la questione delle parità di genere non a caso è elencata tra i 17 obiettivi dell Agenda 2030.
Si sente spesso parlare di gender gap in ambito lavorativo. Ma il divario di genere è un problema semiotico e culturale radicato ovunque e soprattutto nei media. È importante rimodellare la comunicazione affinché possa contribuire a creare una società più giusta. Inoltre, il tema è doppiamente importante per noi di Goodcom, che siamo un’agenzia di comunicazione composta da un team principalmente al femminile! 

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