Il concetto di impresa rigenerativa e sostenibilità è ormai profondamente radicato nelle strategie aziendali di tutto il mondo. Tuttavia, c’è un nuovo paradigma che spinge le imprese a guardare oltre il semplice mantenimento dell’equilibrio ambientale e sociale: l’economia rigenerativa. Non si tratta più solo di ridurre l’impatto negativo, ma di restituire più di quanto si prenda, rigenerando le risorse naturali, sociali ed economiche su cui l’azienda stessa si basa.
Impresa rigenerativa. Oltre il concetto di sostenibilità
Mentre la sostenibilità mira a minimizzare i danni e a garantire un consumo responsabile, l’impresa rigenerativa si propone di contribuire attivamente al miglioramento degli ecosistemi, della società e del benessere collettivo. In pratica, le aziende non devono limitarsi a ridurre le emissioni o a utilizzare meno risorse: devono partecipare alla ricostruzione e al rafforzamento dei sistemi da cui dipendono. Questo nuovo approccio si basa su una visione olistica e interconnessa che coinvolge l’intera catena del valore.
Molte imprese stanno adottando pratiche che ripristinano la biodiversità o che contribuiscono alla rigenerazione delle comunità locali. Non si tratta solo di un cambiamento necessario per la sopravvivenza, ma di una strategia che può portare notevoli vantaggi in termini di innovazione, efficienza e reputazione aziendale.
Un esempio chiarissimo di questa visione è Ecosia, un motore di ricerca che utilizza i suoi profitti per piantare alberi in tutto il mondo. Ogni ricerca effettuata su Ecosia finanzia progetti di riforestazione, contribuendo alla rigenerazione delle aree deforestate e degradate. Ecosia non si limita a neutralizzare il proprio impatto, ma partecipa attivamente alla rigenerazione degli ecosistemi, con oltre 100 milioni di alberi piantati fino ad oggi. L’azienda non solo riduce le emissioni di CO2, ma crea valore per le comunità locali, migliorando la biodiversità e contrastando il cambiamento climatico.
L’innovazione come chiave rigenerativa
È facile capire che l’economia rigenerativa non può prescindere dall’innovazione. Le imprese che desiderano adottare questo modello devono essere disposte a ripensare radicalmente i loro processi, i loro prodotti e persino il loro ruolo nella società. Ad esempio, un’impresa rigenerativa non si limita a scegliere fornitori sostenibili, ma collabora con loro per rigenerare interi sistemi produttivi, migliorando la salute dei suoli, l’efficienza delle risorse e la qualità della vita delle comunità.
In tal senso, l’innovazione può assumere molte forme: tecnologie low-carbon, modelli di produzione circolare e nuove modalità di coinvolgimento degli stakeholder sono solo alcuni esempi: l’aspetto più importante è che queste innovazioni non devono essere fini a se stesse. Devono far parte di una strategia integrata che metta al centro il benessere del pianeta e delle persone.
Il ruolo centrale della rigenerazione sociale
Un’impresa rigenerativa non si occupa solo di ambiente, ma anche di rigenerazione sociale. In un’epoca di crescenti disuguaglianze e incertezze, il benessere dei lavoratori, delle comunità e degli stakeholder diventa una priorità assoluta. Questo significa ripensare il lavoro, promuovendo condizioni eque, inclusive e che diano un reale contributo al miglioramento della vita di tutti.
Ad esempio, le B Corp sono all’avanguardia nel promuovere politiche rigenerative. Queste aziende non solo cercano di ridurre le loro emissioni e l’impatto ambientale, ma si impegnano attivamente per garantire l’equità salariale, la giustizia sociale e l’inclusione all’interno delle loro organizzazioni e comunità.
Verso una comunicazione rigenerativa
Adottare un modello rigenerativo significa prepararsi per il futuro. Le aziende che oggi investono nella rigenerazione saranno meglio attrezzate per affrontare le sfide che il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e le disuguaglianze sociali ci stanno già imponendo. Non si tratta solo di una scelta etica, ma anche di una scelta strategica che offre numerose opportunità di crescita, innovazione e resilienza.
In questo contesto anche la comunicazione del brand acquisisce un nuovo valore che va oltre il semplice racconto delle pratiche sostenibili.Il marketing si trasforma a tutti gli effetti in una piattaforma per il cambiamento sociale e ambientale, in grado di coinvolgere i consumatori in un modo profondamente nuovo e significativo. Gli operatori della comunicazione lavorano da sempre con la persuasione, con la costruzione del consenso, con la produzione di strumenti che mirano a convincere le persone a fare un’azione piuttosto che un’altra, a scegliere “questo” e non “quello”.
Come osserva lucidamente Luciano Floridi nel suo libro “il verde e il blu” (2020, Cortina Editore) la politica, marchettizzandosi, lo ha capito da un pezzo che il lavoro da fare è “persuasivo”, recuperando negativamente una lezione che va dai sofisti ad Hanna Arendt.
L’aspetto più interessante, per noi, è che il marketing si è politicizzato, nel senso alto del termine, dal punto di vista di GoodCom diremo che ciò va attuato “nel modo migliore possibile”. Mentre sappiamo che la politica è diventata una questione di marketing riflettiamo meno concretamente sul potenziale di un marketing che si è fatto “politico”, grazie proprio agli strumenti che utilizza e agli effetti che è riuscito a produrre. In questa piega nasce il concetto di Comunicazione Rigenerativa, che deve riflettere l’impegno del brand nel migliorare attivamente l’ambiente e la società.
Ecco alcune trasformazioni chiave che la comunicazione e il marketing del brand potrebbero assumere:
-
Autenticità e Trasparenza
Le aziende rigenerative devono dimostrare con chiarezza e trasparenza i risultati dei loro sforzi, attraverso una narrazione onesta e dettagliata. Il pubblico, sempre più consapevole, richiede dati concreti e storie reali che illustrino il valore rigenerativo che l’azienda porta. Ad esempio, l’uso di metriche che misurano il ripristino ambientale (come la quantità di CO2 sequestrata o il numero di alberi piantati) non solo genera fiducia, ma rafforza il legame emotivo con i consumatori.
-
Coinvolgimento Attivo degli Stakeholder
La comunicazione rigenerativa non si limita a raccontare il brand, ma coinvolge gli stakeholder nel processo. Questo significa che i clienti, i fornitori e persino i dipendenti diventano protagonisti della rigenerazione, partecipando attivamente a iniziative che producono un impatto positivo. Ad esempio, Ecosia non solo informa il pubblico sui progetti di riforestazione, ma coinvolge gli utenti facendo sì che ogni ricerca contribuisca direttamente a un progetto di rigenerazione.
-
Emozionalità e Valori Collettivi
Un brand rigenerativo mette al centro valori condivisi come la cura dell’ambiente, la giustizia sociale e il benessere delle comunità. La comunicazione si sposta da un messaggio orientato alla vendita a una narrazione che risuona con i valori e le preoccupazioni del pubblico. In questo modo, le campagne di marketing possono creare una connessione emotiva più profonda, poiché non si tratta solo di acquistare un prodotto, ma di partecipare a un movimento rigenerativo globale.
-
Educazione e Consapevolezza
Le imprese rigenerative hanno l’opportunità di assumere un ruolo educativo. Le campagne di marketing possono essere progettate per sensibilizzare i consumatori su temi come la rigenerazione degli ecosistemi, l’equità sociale e la riduzione delle emissioni. Questo approccio non solo aumenta la consapevolezza, ma posiziona l’azienda come leader in un cambiamento necessario, accrescendo la reputazione e la fidelizzazione.
-
Comunicazione Circolare
Infine, la comunicazione del brand rigenerativo si allinea a un modello di economia circolare. L’azienda non si limita a vendere un prodotto, ma chiude il cerchio invitando i consumatori a essere parte di un processo e di azioni che amplificano l’impatto positivo.
Alessandra Mallamo